mercoledì 13 aprile 2011

C'era una volta un pezzo di carta: la fotografia è davvero morta?

Ph. Sandro Bini, Fo(u)r Sara (2011).
Dicono che con il digitale la fotografia sia morta, al suo posto l’effimero, instabile e incerto regno dell’immagine. E in effetti se per fotografia intendiamo “un pezzo di carta stampata” non se la passa molto bene…. In quanti oggi stampano e incollano su un album le foto delle vacanze? Per non parlare della crisi dell’editoria (quella stampata) sempre più orientata a rivolgersi al Web. Certo, a livello più alto, rimane qualche produzione per le gallerie e i musei, o qualcuno che tiene ancora in salotto la foto incorniciata del giorno del matrimonio, ma rispetto ai milioni di fotografie scattate ogni giorno, scaricate e condivise on line nei socialnetwork in che misera percentuale? Ma davvero la Fotografia si identifica esclusivamente in un pezzo di carta stampata? Non è fotografia l’immagine digitale del compleanno di Luigino postata su Facebook e condivisa coi nostri amici e di cui non faremo mai una stampa? Guardando a ritroso (nella storia della fotografia) mi sa tanto che stia solo cambiando ancora una volta di tecnologia (dall’analogico al digitale) e di supporto (dalla carta d’argento agli schermi) rimanendo sostanzialmente sempre se stessa. Certo la cosa, come sempre e come già ampiamente vediamo e sappiamo non è non e sarà priva di conseguenze per la sua storia e per il suo futuro. E infatti magari oggi la foto in salotto fa luce da una bella cornice digitale. Ma davvero pensiamo che la sua funzione sociale, affettiva, documentaria si sia trasformata in questo passaggio, insomma che non si tratti più di una fotografia ma di qualcos’altro?


9 commenti:

Unknown ha detto...

Macchè morta, la fotografia non morirà mai, perchè fotografia è anche quella non scattata, quella che il nostro cervello assorbe quando si materializza davanti agli occhi ed il compleanno di Luigino sarà sempre dentro di noi, e morirà con noi. Allora morirà

Unknown ha detto...

Discussione interessante, Sandro. Per quanto mi riguarda non è morta neanche la fotografia analogica, figuriamoci la fotografia tutta!

Vero è che per me le fotografie esistono realmente solo quando queste le vediamo, le sentiamo, le prendiamo stampate.

Io non credo neanche che si stampi poco, magari si stampa male, ma non poco. Non si spiegherebbe altrimenti tutta la nascita di laboratori di stampa.

Poi vorrei fare un distinguo tra pro e amatori. I professionisti continuano a stampare a tutto andare, fosse anche solo per le exhibitions.

C'è tutta una realtà di laboratori anche fine art che stampano. Ilfors ha un sito che permette la stampa in bianco e nero di alta qualità...insomma, non sarei così pessimista.

Anonimo ha detto...

proprio l'altro giorno guardavo un vecchio album di foto e mi sono accorta della differenza che c'era nella qualità - ai tempi avevo una macchinetta fotografica qualsiasi, non reflex. Le foto con la digitale... si, sono diverse.. E poi cmq la carta mi manca!

Unknown ha detto...

Io non direi che la fotografia è morta, come hai detto tu Sandro ha solo cambiato ancora una volta il proprio mezzo e il supporto. In realtà, con il digitale si sono aperti orizzonti prima impensabili e, lavorativamente parlando, il digitale è una comodità di vita unica.
Effettivamente la fotografia stampata è diminuita moltissimo. Penso sia anche un pò dovuto alla nostra pigrizia, se veramente ci teniamo tanto alle fotografie stampate, chi ci vieta di stamparle?
Posso capire il malinconico rimpianto per il pezzo di carta, aveva un altro sapore... ma allora perché non rimpiangiamo il dagherrotipo?

Sandro Bini ha detto...

Ringrazio i primi commentatori di questo mio post che come sempre vuole solo lanciare un sasso nello stagno in modo che chi vuole possa contribuire con i dovuti approfondimenti e dibattere. Tengo a precisare però che la questione non va posta in termini di nostalgia dell'analogico o di difesa della fotografia stampata
rispetto a quella su schermo (anche perchè ormai il dado e tratto) ma di verifica generale sul medium e sui suoi usi sociali e culturali: la fotografia con il passaggio al digitale è sempre fotografia? E i fotografi sono sempre fotografi? Per me, non si fosse ancora capito, la risposta è si, ma non tutti vi assicuro la pensano in questo modo.

angelica@ ha detto...

Se la memoria non m'inganna una base della matematica dice più o meno così: cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Per me vale anche in questo caso, anzi casomai con l'avvento non solo del digitale, ma di internet e dei mezzi di comunicazione come li conosciamo oggi, la fotografia è arrivata dove prima non poteva. Non è il mezzo che fa il fotografo e la foto in sè, il mezzo è solo lo strumento per arrivare allo spettatore finale. Per cui un fotografo resta quello indipendentemente dal supporto su cui sviluppa il suo lavoro. Un attore può recitare in teatro o al cinema ma resta pur sempre un attore.

Sandro Bini ha detto...

Grazie Angelica mi piacciono molto i tuoi riferimenti multidiscplinari, soprattutto al mondo del Teatro con il quale in effetti la fotografia ha una certa affinità e familiarità, che potremmo cominciare ad indagare....

elena ha detto...

il pezzo di carta manca?forse si
ma vogliamo mettere la democraticità che ha assunto oggi una pratica che prima era riservata solo a pochi esperti?
la qualità paga ancora oggi in ambito professionale anche se il ricorso alle banche dati ha dimezzato il lavoro di molti professionisti
ma ci sono nuove applicazioni della fotografia prima impensabili ad esempio la fotografia che cura le persone
io stessa essendo psicologa oltre che fotografa la applico.
c'è una grande rivoluzione in atto e nonostante certi leciti rimpianti trovo impensabile contrastare il progresso che in ogni caso ci sarà.possiamo usarlo o esserne travolti meglio trovare soluzioni creative : se si pensa davvero che l' arte sia un diritto di tutti per conoscersi ed esprimersi allora via libera al digitale e se perdiamo qualche pezzo di carta per strada pazienza... elena

ottotipi ha detto...

Viva e mai stata così prolifica, direi. credo che abbia fatto solo un saltino dall'elite al popolo. essendo un mezzo alla portata di più persone ora i punti di vista sono di più, e ciò è cosa buona e giusta. l'ossessione fotografica è altra cosa...non è necessario, solo perchè non si pagano i clic, fotografare tutto tutto tutto, a meno che non si cerchino gli indizi di un delitto. si può anche far un minimo di selezione lo stesso in modo da non lasciarla solo viva ma anche in salute!